SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XIX LEGISLATURA --------------------
10ª Commissione permanente
(Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale)
154a seduta: mercoledì 24 gennaio 2024, ore 13
155a seduta: giovedì 25 gennaio 2024, ore 9
ORDINE DEL GIORNO
INTERROGAZIONE ALL'ORDINE DEL GIORNO
CAMUSSO, MALPEZZI, PARRINI, ZAMPA, MARTELLA, FURLAN, NICITA, VALENTE, D'ELIA, GIACOBBE, ROJC, ZAMBITO, VERDUCCI, RANDO, BASSO, FINA, CRISANTI, LA MARCA, GIORGIS, ALFIERI, ASTORRE - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali, per le disabilità, per la pubblica amministrazione e delle infrastrutture e dei trasporti
Premesso che:
il collocamento al lavoro dei disabili è un efficace strumento di integrazione sociale perché lo svolgimento di un’attività lavorativa può far superare, o almeno ridurre, lo stato d’emarginazione e d’isolamento in cui i disabili spesso si trovano. Il nostro Paese ha da tempo adottato una legislazione volta a favorire l'inserimento lavorativo delle persone con disabilità, in particolare la legge 12 marzo 1999, n. 68, ha introdotto l’istituto del collocamento mirato, che, tra l’altro, prevede che ogni disabile debba necessariamente svolgere un “lavoro consono alla propria disabilità”, al punto che per un inserimento proficuo nel mondo del lavoro occorre mettere in atto percorsi formativi personalizzati sin dal momento in cui il disabile entra a contatto con le strutture territoriali competenti alle politiche attive; inoltre le offerte di lavoro devono essere adeguate alle capacità ed alla professionalità di persone che si trovano in condizioni di particolare difficoltà per l’accesso al mondo del lavoro;
considerato che:
la legislazione italiana prevede non soltanto norme che agevolano l’ingresso nel mondo del lavoro delle categorie deboli della popolazione, ma anche numerosi incentivi alle assunzioni dei lavoratori disabili, tra cui il fondo per il diritto al lavoro dei disabili, anch’esso istituito e disciplinato dalla legge n. 68 del 1999; malgrado questa lungimirante normativa, resta rilevante lo svantaggio, nel mercato del lavoro, delle persone con disabilità. Infatti, dall’ultimo rapporto dell’ISTAT emerge che in Italia sono 2,8 milioni le famiglie che hanno un componente con disabilità, e tra le persone di 15-64 anni con limitazioni gravi gli occupati risultano essere un terzo, ossia la metà rispetto alla popolazione senza limitazioni. Già nel 2019, le famiglie con persone con disabilità disponevano di un reddito medio di circa il 5 per cento inferiore a quello delle altre famiglie;
con riguardo poi all’utilizzo del fondo del diritto al lavoro dei disabili, nel mese di maggio 2022 la Corte dei conti ha diffuso un’analisi sul funzionamento dello stesso fondo da cui emerge che, negli anni dal 2014 al 2021, il numero dei lavoratori disabili assunti tramite il ricorso ad esso mostra un andamento annuale assai lontano dal coprire quello degli iscritti alle liste del collocamento mirato;
ritenuto che:
al fine di garantire la massima inclusione sociale alle persone disabili le amministrazioni hanno il dovere di porre in essere tutte le azioni utili per assicurare la piena accessibilità a tutti gli spazi pubblici, ivi comprese le strutture che esercitano le funzioni relative al collocamento al lavoro quali i centri provinciali per l’impiego e le agenzie per il collocamento;
di recente, è pervenuta alla prima firmataria del presente atto di sindacato ispettivo una segnalazione relativa allo stato in cui versano alcune strutture dei centri per l’impiego nel nostro Paese, che risultano spesso non raggiungibili dalle persone diversamente abili, non essendo gli stessi centri dotati di adeguate catene di accessibilità quali aree di parcheggio, passerelle, bagni accessibili e rampe di accesso; a quanto risulta, particolari problemi in questo senso presenta il centro per l’impiego di Ortona (Chieti), dove è stata documentata l’esistenza di evidenti ostacoli all’ingresso della struttura, nell’accesso ai bagni, lungo i corridoi e nelle sale interne, oltre all’assenza di una rampa di accesso che rende impossibile l’ingresso a coloro che si spostano in carrozzina; gli utenti disabili si trovano spesso nella condizione di restare fuori dallo stabile e di dover espletare le formalità burocratiche previste in condizioni di estrema precarietà;
considerato che da quanto risulta la situazione denunciata non soltanto non consente di porre in essere tutte le azioni del collocamento mirato dei disabili al fine di valutarne adeguatamente le capacità lavorative e di inserirle nella posizione lavorativa adatta, ma pone le amministrazioni in una condizione di grave comportamento discriminatorio riguardo ai diritti delle persone con disabilità,
si chiede di sapere:
quali iniziative necessarie e urgenti i Ministri in indirizzo intendano adottare, ciascuno per il proprio ambito di competenza, al fine di rimuovere le cause dei comportamenti discriminatori nei confronti delle persone con disabilità derivanti dall’inadeguatezza delle strutture dei centri per l’impiego;
quali misure concrete e risolutive intendano prevedere, nel corso dei prossimi provvedimenti normativi, per migliorare il ricorso al collocamento mirato ed agli strumenti connessi quali il fondo del diritto al lavoro dei disabili.
(3-00139)